Allattamento al seno: guida completa per mamma e bambino

Tutto quello di cui ha bisogno un bambino alla nascita è essere protetto ed accudito. Al seno trova calore, sicurezza, benessere, amore, protezione, conforto e nutrimento. Allattare è la prosecuzione fisiologica del rapporto che si è creato tra te e tuo figlio durante la gravidanza. È un momento ricco di emozioni, che crea un legame intenso, aiutando te e il tuo piccolo a conoscervi e a crescere.

Il tuo latte è l’alimento naturale per il tuo bambino, l’unico che gli permetta di raggiungere il suo massimo potenziale biologico: lo nutre in modo completo e lo protegge da molte malattie e infezioni che sono più frequenti nei bambini alimentati con le formule artificiali.

Il latte materno è sempre pronto, a… “millimetro zero”, alla giusta temperatura e varia adattandosi per rispondere ai bisogni del tuo bambino. Non c’è bisogno di altri alimenti o bevande fino a sei mesi compiuti. L’allattamento aiuta il piccolo a crescere e svilupparsi in modo fisiologico e mantiene il suo valore nel tempo.

Naturalmente mamma

Nei primi giorni potresti avere bisogno di rassicurazioni, informazioni e, se necessario, di sostegno.

Se stai incontrando difficoltà di qualunque genere e persino se hai già cominciato a dare al tuo bambino una formula artificiale, puoi recuperare un allattamento sereno, chiedendo aiuto a una persona esperta o ad un operatore sanitario competente.

Allattamento: unico ed ineguagliabile

Benefici per il tuo bambino

  • favorisce uno sviluppo fisiologico della bocca;
  • riduce il rischio di infezioni respiratorie ed urinarie, diarrea, otiti;
  • riduce il rischio di allergie ed asma;
  • riduce il rischio di diabete, obesità, leucemie, malattie cardiovascolari e sindrome della morte in culla (SIDS).

Benefici per te mamma

  • aiuta a perdere il peso accumulato durante la gravidanza;
  • riduce il rischio di sanguinamento post-partum;
  • riduce il rischio di anemia;
  • riduce il rischio di alcune forme di tumore al seno, all’endometrio e all’ovaio;
  • riduce il rischio di malattie cardiocircolatorie;
  • è gratuito;
  • è pratico, sempre pronto e alla giusta temperatura.

Allattare è un diritto

  • diritto di ricevere informazioni ed aiuto che ti permettano di allattare senza interferenze e di superare eventuali difficoltà;
  • diritto di allattare ovunque ti trovi ed in qualsiasi momento;
  • diritto a essere tutelata al rientro al lavoro su come conciliare allattamento e lavoro.

Si parte! Per un buon inizio

  • tieni il bambino in contatto pelle a pelle;
  • permetti al bambino di usare le sue competenze innate per raggiungere il seno;
  • osserva e fatti guidare dal bambino.

Il contatto a pelle

L’ambiente giusto per neonato e mamma

Nel contatto pelle a pelle il bambino è nudo, coperto sulla schiena da un panno e disteso a pancia in giù sul tuo ventre nudo, in modo che il bambino abbia naso e bocca liberi per respirare. Quando lo tieni pelle a pelle, lui sente il battito del tuo cuore, il tuo respiro ed il tuo odore e con tutto il suo corpo è in contatto completo con te. Queste sensazioni sono familiari per lui, lo confortano e lo aiutano ad abituarsi al nuovo ambiente.

Il contatto pelle a pelle gli permette di normalizzare e rendere stabili: il battito cardiaco, la respirazione ed il livello di zuccheri nel sangue; il calore del tuo corpo lo tiene alla giusta temperatura.

Il contatto favorisce il legame vi aiuta a conoscervi; ti permette di sentirti sicura e rilassata, facilita l’uscita del latte, può aumentarne la produzione e agevola l’attacco del piccolo al seno; il tuo bambino – più calmo e sereno – riceverà più latte. Tieni il bambino in contatto pelle a pelle il prima possibile dopo la nascita per un’ora o più e per tutto il tempo che desideri. Il contatto pelle a pelle è importante anche nei giorni successivi; fatelo quanto frequentemente e a lungo desiderate.

In quale modo allattare?

Posizione ed attacco, Attacco al seno guidato dal bambino o posizione semi-reclinata

Questa posizione, adatta per la prima poppata ma anche in qualsiasi altro momento, è un modo naturale e semplice per il bambino di esprimere le sue competenze innate di raggiungere il seno e per la mamma di prendersi cura di lui e di essere sensibile e reattiva ai suoi bisogni. Può essere effettuata anche quando mamma e bambino sono vestiti.

La posizione semi-reclinata è di grande aiuto quando il bambino sta imparando a poppare, quando non riesce ad attaccarsi bene al seno, o quando alla mamma fanno male i capezzoli.

Mettiti in una posizione semi-reclinata (né completamente sdraiata, né completamente seduta) che ti faccia sentire comoda, con la schiena sostenuta e rilassata; adagia su di te, nella zona che va dall’addome al torace, il bambino a pancia in giù, facendo attenzione che si appoggi sulla guancia, che abbia le vie aeree libere e che il collo, il pancino e le gambe siano in stretto contatto con il tuo corpo. In questa maniera è il tuo corpo a sostenere il bambino: le tue braccia sono libere di muoversi! Alcune mamme trovano utile sostenere la schiena e il sederino del piccino con la propria mano o con il proprio braccio.

Quando il bambino si trova in questa posizione, secondo i suoi tempi (potrebbe cominciare a cercare il seno quasi immediatamente, come anche aver bisogno di tempo), striscia, spinge, sobbalza e raggiunge il seno. Questi movimenti per andare alla scoperta del seno possono includere l’uso delle sue mani per trovare il capezzolo; è importante assecondarli. Se però hai i capezzoli doloranti fai in modo che il viso del bambino tocchi il seno: questo farà aumentare la ricerca del seno con la bocca piuttosto che con le mani. Dopo alcuni tentativi il bambino affonda il mento, apre la bocca e ottiene un attacco che funziona.

La posizione semi-reclinata non è l’unico modo per allattare

Puoi allattare in molti modi, (anche stando in piedi!) l’importante è che tu ti senta comoda e rilassata e che tu ed il tuo bambino siate in una posizione che renda facile la poppata.

All’inizio potresti trovare più confortevole una certa posizione, come per esempio stare seduta sulla tua seggiola preferita, o sdraiata a letto. Man mano che tu ed il tuo bambino diventerete più esperti, sarai capace di nutrire tuo figlio ovunque, mentre cammini, mentre lo porti nella fascia, mentre stai mangiando seduta a tavola.

Comunque, qualsiasi posizione ti piaccia utilizzare, il bambino dovrebbe sempre ottenere un attacco profondo, cioè con una porzione abbondante di seno in bocca e deglutire senza difficoltà, perché questo permette al bambino di ottenere facilmente il latte, senza farti male.

Accorgimenti che ti possono aiutare

Fai in modo che la tua schiena sia ben sostenuta.

Potresti aiutarti con dei cuscini o delle coperte piegate. Se hai avuto un’episiotomia o cesareo, cerca una posizione in cui tu non senta dolore.

Tieni il bambino rivolto verso di te, ben sostenuto, a contatto con il tuo corpo con la testa al livello del tuo seno e con il naso, o il labbro superiore, proprio di fronte al capezzolo. Assicurati che non debba girare la testa per prendere il seno.

Aspetta che spalanchi la bocca: per incoraggiarlo puoi fargli sfiorare il tuo capezzolo con le sue labbra. Subito dopo avvicinalo al seno così che il suo labbro inferiore tocchi il seno, il più lontano possibile dalla base del capezzolo. In questo modo il capezzolo, entrando in bocca, punterà verso il palato del bambino.

L’attacco del bambino al seno non è simmetrico rispetto al capezzolo: la porzione di seno che ha in bocca dalla parte del mento è maggiore rispetto a quella dalla parte del naso.

Come capisco se è attaccato in maniera adeguata?

Se l’attacco e la posizione sono adeguati il bambino poppa efficacemente e tu non senti male:

  • la bocca è bene aperta e “riempita” dal seno;
  • il mento è a stretto contatto con il seno ed il collo leggermente all’indietro;
  • il labbro inferiore è rovesciato in fuori (senza che il bambino se lo succhi);
  • la punta della lingua si estende oltre la gengiva inferiore e i bordi della lingua avvolgono il seno formando una “U”;
  • si vede più areola (la parte scura intorno al capezzolo), sopra al labbro superiore piuttosto che sotto a quello inferiore;
  • il ritmo delle suzioni varia durante la poppata; si passa da suzioni brevi e frequenti a suzioni meno frequenti con movimenti della bocca ampi e profondi, talora intervallati da pause.

Sentirò dolore?

Allattare non dovrebbe essere doloroso ma comodo e semplice.

Nei primi giorni dopo il parto potresti sentire un po’ di fastidio, quando il bambino si attacca al seno. Questa sensazione tende solitamente a scomparire progressivamente.

Se invece di fastidio senti dolore, probabilmente il bambino non è attaccato adeguatamente. In questo caso prova a staccarlo, inserendo delicatamente un dito nell’angolo della bocca, per interrompere la suzione. Se il bambino non spalanca bene la bocca potresti provare ad aiutarlo premendo piano con il tuo dito sullo spazio tra la sua bocca e il suo mento.

Aiutalo poi a riattaccarsi controllando la posizione.

Se però continui a sentire male chiedi aiuto a persone competenti. Infatti, se provi dolore e/o se hai ferite sul capezzolo c’è sicuramente un motivo (anche se all’apparenza sembra che tutto vada bene) e se c’è un motivo c’è una soluzione. Soluzione che hai la possibilità di trovare affinché il momento dell’allattamento sia piacevole per te ed il tuo bambino e per avere un adeguato trasferimento di latte in modo tale che la produzione sia stimolata.

Sarò capace?

Sì! Anche se sei alla prima esperienza di allattamento, hai le competenze innate per farlo.

Tenere da subito il bambino vicino a te, sia di giorno che di notte, ti aiuterà a conoscerlo ed a capire quando ha fame.

Come faccio a capire che ha fame?

Più che “ho fame” il bambino dice “ho bisogno del seno”

Sarà il bambino stesso a farti capire quando sarà arrivato il momento per la poppata. Quindi: osserva il bambino e non l’orologio!

I primi segnali, con cui il bambino ti comunica che ha bisogno di andare al seno sono: muovere o allungare le braccia, sbadigliare, aprire gli occhi, far sporgere la lingua dalla bocca, girare il capo da un lato all’altro, mettersi le manine in bocca.

Il pianto è un segnale tardivo e può rendere più difficile attaccare il bambino al seno. Cerca quindi di cogliere i segnali che precedono il pianto per offrire il seno.

Allattamento a richiesta e prevenzione dei problemi del seno

Quanto allattare? Quante volte?

Non esiste il pericolo di allattare troppo

I bambini non sono tutti uguali e poppano in modo molto diverso l’uno dall’altro. Anche lo stesso bambino può cambiare tempi, modi e frequenza delle poppate, a seconda dei suoi bisogni.

Allatta spesso il tuo bambino seguendo i suoi segnali precoci. La maggior parte dei bambini si nutre come minimo 8 volte nelle 24 ore e nei primi giorni le poppate possono essere anche più di 12.

Se il neonato sembra disinteressato, non si sveglia almeno 8 volte nelle 24 ore o si attacca e si addormenta dopo poco che è al seno, potresti aver bisogno di svegliarlo qualche volta fino a che non lo fa da solo e cresce regolarmente.

Ecco alcuni modi per creare le occasioni per la poppata:

  • tieni il bambino vicino a te per accorgerti dei primi segnali di fame e attaccalo subito per evitare che si riaddormenti;
  • tieni il bambino a contatto pelle a pelle;
  • scopri o spoglia il bambino (il troppo caldo ostacola il risveglio e lo rende sonnolento);
  • cambia il pannolino;
  • appoggia il bambino sulla tua spalla e massaggiagli schiena e corpo;
  • parlagli;
  • quando porti il bambino al seno, spremi qualche goccia di latte sul capezzolo per invogliarlo;
  • usa la compressione del seno durante il pasto, se il tuo bambino smette di poppare attivamente e ciuccia superficialmente (cioè la bocca si muove ma senza movimenti verso le tempie e le orecchie), usa la compressione del seno per tenerlo sveglio e per aumentare la quantità di latte che prende.

Le dimensioni dello stomaco

Alcune mamme temono che pasti frequenti vogliano dire poco latte, ma se pensiamo alle dimensioni del pancino del bambino, è del tutto normale!

Quando il piccolo è attaccato bene al seno, tutte le volte e quanto a lungo desidera, produrrai latte a sufficienza per le sue necessità. Ogni volta che il bambino si attacca al seno e poppa, stimola la tua produzione.

La suzione del bambino invia dei segnali a una ghiandola del cervello (l’ipofisi) che manda al seno segnali che fanno produrre più latte.

Il latte viene allattando

Il seno è una fabbrica di latte che aumenta la velocità di produzione quanto più latte drenato. Saltare una poppata, pensando di accumulare il latte per quella successiva è controproducente ed ostacola l’allattamento.

Meno si allatta e minore sarà la produzione di latte!

Dare aggiunte di formula artificiale o liquidi (soluzione glucosata, tisane ecc, per esempio) se non sono strettamente necessarie, fa ridurre la suzione al seno.

La produzione di latte rallenta e può distogliere i bambini dal seno.

Se proprio è necessario dare un’aggiunta si possono usare modi diversi dal biberon come siringa, cucchiaio, bicchierino, per ridurre il rischio che il bambino si confonda nella suzione.

Quanto dura una poppata?

Premesso che il bambino può chiedere di poppare non solo per fame o per sete, ma per tanti motivi (sonno, paura, bisogno di coccole…), il tempo varia, perché dipende da molti fattori diversi: la competenza del bambino (mentre impara a succhiare, le poppate possono essere anche piuttosto lunghe), il carattere del bambino (alcuni sono piuttosto lenti nel mangiare), la composizione del latte, le normali variazioni di produzione di latte nel corso della giornata o delle giornate.

Se il bambino si addormenta facilmente mentre è al seno, puoi incoraggiarlo a riprendere a poppare fino a che è sazio usando la compressione del seno.

Un solo seno o entrambi, per ciascuna poppata?

Ci sono bambini che per soddisfare i propri bisogni poppano ad ogni pasto da entrambi i seni, altri che poppano sempre da un solo seno a pasto, ma la maggior parte dei bambini poppa a volte da entrambi i seni e a volte da uno solo.

Per soddisfare i bisogni del bambino e per stimolare adeguatamente la produzione di latte, ti puoi regolare in base ai suoi segnali. Finché inghiotte da un lato lascialo fare per tutto il tempo che vuole e offrigli l’altro seno quando dimostra di non essere più interessato al primo (non poppa più attivamente, lo lascia, si addormenta). Lascia che sia lui a decidere se e quanto a lungo desidera poppare anche dal secondo seno.

La poppata successiva avverrà nell’ordine inverso ed inizierete con il lato usato per ultimo nella poppata precedente.

Ma ho abbastanza latte?

Se credi di avere poco latte e ti senti insicura, puoi capire se il tuo bambino sta mangiando abbastanza controllando questi segnali che, se presenti, indicano che tutto procede bene:

  • una volta rientrata a casa dal parto il bambino si sveglia per i pasti almeno 8 volte nelle 24 ore e ti fa chiaramente capire che ha fame;
  • il bambino emette normalmente poca urina concentrata nei primi giorni, in particolare prima che giunga la montata lattea della mamma. Le urine saranno però chiare, abbondanti, 6 o più volte al giorno dopo il 5° giorno di vita;
  • le feci, scure nei primissimi giorni, hanno assunto un colore giallognolo e sono soffici;
  • riprende il peso della nascita entro le prime 2 settimane di vita;
  • il bambino è soddisfatto e rilassato dopo le poppate;
  • i seni o i capezzoli non ti fanno male.

Come prevenire i problemi al seno?

Anche se il più delle volte tutto procede bene, in qualche caso possono sorgere dei problemi.

Molti dei problemi incontrati nelle prime settimane di allattamento (dolore ai capezzoli, dolore al seno, ingorgo), capitano perché ci sono delle difficoltà nella poppata o perché il bambino non si attacca abbastanza spesso.

Le ragadi

Si tratta di ferite dolorose e a volte sanguinanti del capezzolo, causate da un attacco scorretto da parte del bambino, da una chiusura delle gengive troppo forte, da un frenulo corto della lingua del bambino, da una forza di suzione (vuoto) troppo potente, da una candidosi.

La prevenzione si basa su un buon attacco al seno e non sull’applicazione di creme o pomate, o sull’uso di paracapezzoli (in silicone o caucciù) e/o di proteggi-capezzoli in argento, che al contrario possono complicare e aggravare la situazione!

La cura consiste nell’ottenere un attacco corretto al seno in modo da non provare dolore e non soffrire durante le poppate e nell’applicare gocce di colostro/latte, ricco di proprietà antinfiammatorie e antibatteriche, sulle lesioni, fino alla completa guarigione. E ricorda che allattando è possibile usare una terapia antidolorifica e antiinfiammatoria per bocca da concordare con il tuo medico.

L’ingorgo mammario

È causato da una rimozione inadeguata di latte dal seno rispetto alla velocità con cui viene prodotto. La sensazione che la mamma prova è di seno pieno, pesante, teso, dolente e caldo, la pelle può essere arrossata e il bambino potrebbe avere difficoltà ad attaccarsi.

Se il bambino non può collaborare ad ammorbidire il seno perché poppando non riesce a far uscire il latte, o non è interessato a poppare, puoi usare la spremitura manuale o il tiralatte. Prima di spremere il latte può esserti di aiuto massaggiare i seni delicatamente per 1-2 minuti o farti fare un massaggio rilassante alla schiena ai lati della colonna vertebrale oppure fare una doccia calda sulla schiena.

Dopo la poppata o la spremitura, potresti trovare beneficio, per diminuire l’infiammazione, nel fare impacchi freddi sul seno.

La mastite

La mastite è spesso la conseguenza di stasi di latte non drenato. Si presenta con un seno dolente che ha una zona calda e indurita e febbre a 38,5°C (misurata a livello inguinale) o superiore, spesso con sintomi influenzali: brividi di freddo, dolori articolari. In caso di mastite è necessario confrontarsi con il medico per un’eventuale terapia antibiotica (la maggior parte degli antibiotici è compatibile con l’allattamento), allattare il più frequentemente possibile per cercare di eliminare la stasi, che ha dato origine alla mastite e riposare il più possibile.